NEWS

  Cappella

Sala Stemmi Cappella Monteverde Nusco Tesoro S. Amato Montemarano Bisaccia Conza Stanza del Vescovo Sant'Angelo di Lombardi Pinacoteca Frigento

Arcidiocesi di
Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia


L’origine della diocesi di Frigento risale, probabilmente, al IX secolo, in quanto nei registri vaticani figura nell’817 un “G. Episcopus Frequentinus“. In realtà, notizie circa la storia della Chiesa della città risalgono alle vicende della diocesi di Eclano e alla figura del Santo vescovo Marciano, la cui opera pastorale si colloca nella seconda metà del V secolo.

Ripercorrere con precisione la successione degli eventi legati alla diocesi di Frigento, nell’alto medioevo, risulta alquanto difficile. Certamente l’antica diocesi di
Eclano, trasferita a Quintodecimo in seguito alla conquista longobarda di Benevento, esiste fino al 1057 come è testimoniato da una lettera scritta da papa Stefano IX
all’arcivescovo di Benevento, in cui si nomina per l’ultima volta il vescovo della diocesi. Nell’anno successivo, probabilmente, la sede vescovile di Quintodecimo viene trasferita a Frigento, il cui vescovo figura per la prima volta nel Concilio di Benevento del 1059 tenuto dal pontefice Niccolò II. Nei concili successivi risalenti al 1061, 1075 e 1082 è sempre nominata la sede vescovile di Frigento, mentre non si menziona più la cattedra di Quintodecimo. Il motivo di questo trasferimento di sede episcopale è da individuare nelle vicende seguenti il conflitto del 1053 tra i Normanni e papa Leone IX, che determina distruzioni di città, chiese e monasteri.

Frigento, ubicata in una posizione
geografica protetta, non è interessata dalle devastazioni prodotte dall’avanzata normanna. Lo stesso papa Leone IX, in pellegrinaggio verso il santuario di San Michele al Gargano, dimora per alcuni giorni nella città.

Nel 1466, con una bolla di papa Paolo II, la diocesi di Frigento viene unita “aeque principaliter“ a quella di Avellino. Nel 1818 la diocesi di Frigento è soppressa con la bolla “De Utiliori“ di papa Pio VII.